20 agosto 2010

il tg dice che il 6 non arriva

Oh, eccola.

Lo dicevo io che le erano state solo concesse un paio di settimane in più.
Secondo statistica mancano ancora un paio di giorni a domenica e quindi almeno un'altra.
Week end nel quale se leggerete la parola "Emergenza" sarà riferita al traffico, ovviamente.
Quindi al massimo sarà una vittima della strada.
Una delle millemila all'anno.

Il problema è:
Se l'ex la metterà sotto con l'auto, andrà a far parte delle vittime dell'amore maschile o della strada?
Bah.
Vabbè, se non lo capirò con la prossima ne avrò altre tre la settimana dopo per chiedermelo e tre quella dopo ancora e via così.
Da secoli, circa.

E adesso sia un autunno di processo breve e par condicio.
Il popolo ce lo chiede queste emergenze.

La par condicio per non vedere queste notizie in tv e il processo breve per esser fuori dopo sei mesi a puntare la prossima.
Che in un modo o nell'altro un po' zoccola che se le cerca lo è sempre.
Anche questo da secoli.

19 agosto 2010

Le chiacchiere se le porta lu uènto

A differenza di quanto promesso, siamo tornati non dopo cinque donne uccise ma dopo solo tre.
Il che non significa che abbiamo noi anticipato il ritorno ma che, avendo fatto meno caldo del previsto, nel tempo in cui di solito se ne uccidono cinque, se ne sono salvate due.
O due hanno solo visto concedersi qualche settimana in più di vita, a seconda del lato dal quale si guarda il mondo.
Per far tornare un minimo la previsione facciamo che una delle tre uccise, la filippina, vale due visto che è stata uccisa da innocente per uccidere per interposta persona la vera destinataria dell’amore maschile.
Quindi è come se valesse due, dai.

Adesso un momento intermedio di cuscinetto, per rimettere insieme le idee e provare a dare un ordine alle cose da raccontare.
Niente di storico, per carità, nulla che non possa lasciare indifferente il mondo della cultura e della comunicazione.
Un po’ di tempo per capire cosa merita di essere raccontato della giornata a L’Aquila, quante cose (poche) si potranno scrivere e quante no (molte) dei miei quotidiani colloqui con il chirurgo più ospitale del mondo, fonte per il mio appassionato dietrologismo indispensabile quanto un’oasi dopo una traversata del deserto, che mi ha riempito tante di quelle caselle bisognose di crocette per chiudere i miei cerchi, che non vedo l'ora di reincontrarlo per avere il resto.

Poca voglia di spendere chissà quali acrobazie mentali per commentare le due scemenze che questo agosto politico ha messo a disposizione.

La morte di Cossiga, per esempio, al quale poco prima di partire e in assenza di qualsiasi notizia che preannunciasse la sua fine, augurai lunga vita in una maniera che a leggermi oggi mi chiedo perché mai non ho augurato lunga vita a un sacco di altra gente in vita mia, a sapere che sarebbe bastato così poco per levarseli di torno.
Una morte sulla quale poco c’è da dire se non che è realmente sconfortante non tanto il teatro di “Statista” e “Assassino” che si alternano da un paio di giorni, quanto l’assurdità di quel giornalismo, che poi corrisponde in gran parte a quella fetta di paese che vive in funzione della copertina di Sorrisi e Canzoni, che da un paio di giorni attende l’apertura del testamento con la domanda “Conterrà qualche rivelazione sui segreti di stato?”
E questo è realmente sconfortante, questo vedere il paese definitivamente composto da menti ormai incapaci di distinguere politica da notizia da salone di parrucchieri, al punto da ipotizzare che un uomo che muore decida di mettere i suoi segreti tra il servizio da caffè lasciato alla nipote e la casa in campagna lasciata agli amici pastori, un paese che ha così tanto interiorizzato lo spostamento del piano politico su quello dell’orticello personale, da pensare che non ci sia niente di intellettualmente misero nel pensare che il nome di chi ha messo la bomba alla stazione di Bologna Cossiga potrebbe averlo tranquillamente messo nel testamento.
Niente, capacità di analisi lucida degna di un criceto ormai elevata a media nazionale.

Fini e la casa di Montecarlo, per esempio.
Un paese appeso a un piano cottura, l’avrebbe mai immaginato mio nonno mentre si faceva sparare per difenderlo o non si faceva sparare per difendersi, a seconda del lato dal quale si guarda la famiglia.
Stai lì e ascolti dibattiti sulla lunghezza del piano di marmo e l’altezza del forno, sarà stato a ventilazione, chissà, è il paese che ce lo chiede, lo stesso che ipotizza la nazionalità del missile di Ustica insieme alla divisione del terreno tra i cugini, i criceti vogliono la ruota, il padrone gliela da, dice che sono loro a chiederla per divertirsi.

E intanto Fini, che tanto quanto Cossiga le cose importanti che potrebbe rivelare se le tiene ben strette e se rivelazioni fa riguardano il fatto che berlusconismo è killeraggio mediatico e ‘sticazzi, chi l’avrebbe mai detto, diamo il paese in mano a tanta illuminazione.
E intanto Fini, dicevo, che potranno dire tutto quello che vogliono ma ha capito perfettamente come si abbatte il Re (e vogliamo parlare del sottoscritto, 'sto genio incompreso -sigh- che sono mesi che lo dice cosa sarebbe successo oggi), che sta usando le stesse armi del Re per abbattere il Re.
Leggevo e mi chiedevo se Feltri si sta rendendo conto di quanto stia aiutandolo ad abbattere il Re.

Vabbè, ve la faccio breve:
1) Feltri riempie di accuse consistenti quanto quelle su Boffo la famiglia Fini, così convinto di essere protetto da non nascondere nemmeno l’affinità con la strategia Boffo, tanto da quelle parti sanno che l’italiano di oggi è soddisfatto in maniera direttamente proporzionale al sangue che vede scorrere, vero o meno che sia non se lo pone come problema anche perché non lo saprebbe manco più riconoscere.
2) Fini lo lascia fare senza difendersi realmente se non su piccole virgole che però non devono arrestare la macchina attivata dal Re e anzi alimentando la bava di Feltri così che sia stimolato ad inventarne sempre di nuove.
3) Feltri ne sforna ogni giorno una nuova fino a riempirci l’intera stagione estiva altrimenti vuota.
4) Fini attende che l’asticella sia alta al punto da essere imputabile, perché la sua strategia è attivabile solo quando sarà realmente accusato.
5) Feltri ci cade e si fa trascinare tronfio in tribunale, convinto che il fine sia colpire lui, cosa della quale non ha paura.
6) Fini arriva a settembre, in piena campagna elettorale, da presidente della Camera e quindi nelle possibilità di sottrarsi ai magistrati grazie alla legge che il Re ha voluto non solo per sé ma anche per le altre tre alte cariche e, con un colpo di teatro che il Re non potrà contrastare se non facendo lo stesso, non se ne serve e si presenta ai giudici
7) I giudici chiederanno a Feltri se ha verificato quel fatto là delle sirene della polizia monegasca che viaggiavano a tutto spiano
8) Feltri farà spallucce tanto quanto le ha fatte sul caso Boffo, sulla lettera delle BR che si erano auto spediti, sul fidanzato di Noemi e su tutte le campagne che si sono rivelate buchi nell’acqua della vergogna ma alle quali ha risposto con un chissenefrega.
9) Fini vincerà senza essersi servito dello scudo che come presidente della camera avrebbe potuto usare
10) Chi continuerà a utilizzarlo, apparirà come un pavido.
11) Una questione di dimensione politica due, regalerà a Fini un ritorno d’immagine di dimensione politica cento.
12) Avendo puntato due mesi su un bilocale, sarà impossibile per i cavalieri del Re contrastare il risultato d’immagine dato dal fatto che se la cosa più impattante che avevano tirato fuori per abbatterlo si è rivelata un buco nell’acqua, l’uomo che sarà stato capace di uscirne senza scappare diventerà gigantesco e per dimostrare di non avere “altri” scheletri nell’armadio gli basterà da quel giorno in poi richiamare il nome Feltri.
Uno che se ci fosse stato dell’altro certamente l’avrebbe usato, uno che se ci fosse stato dell’altro certamente l’avrebbe visto arrivargli sulla scrivania, uno che evidentemente davvero non c’era altro se non una cucina comprata da uno che si licenzia per dire la sua e un appartamento dato a un parente.
In un paese governato da Berlusconi, quello che mette il segreto di stato sulla sua casa vacanze, davvero roba da milioni di padani in piazza che è il paese che ce la chiede un po’ di sana moralità a palazzo.

Ah, i padani, alla fine.
Nel viaggio di ritorno mi sono sentito su Radio Radicale l’intera diretta dal palco della giornata a Ponte di Legno.
Da non credersi se non lo si fosse ascoltato, ma per 4 ore non c’è stato uno, dico uno solo, ragionamento.
Si sentivano persino gli sputi di bava attraverso l’autoradio, si sentivano le gole rauche da comizio palle in mano, si sentivano gli stenti di un uomo che se non fosse pericoloso quanto (perché) mentalmente instabile comincerebbe seriamente a suscitare pena cristiana per la condizione in cui si trova.
Si è sentito tutto per quattro ore, ma una frase che contenesse un ragionamento politico, non necessariamente condiviso, nemmeno a trovarla col lanternino.
E questi hanno in mano il governo.
“Aaaahhhhh AAAhhhhhh (è l’ictus) Ahhhh Padaniaaaa…”
“Libera!”
“aaahhhahhhhh ahhhh ahhhh ahhhh Padaniaaaaaaa…”
“libera!”

Mentre Calderoli spiegava come tecnicamente hanno bypassato i vincoli delle leggi democratiche.
“Ci sono cascati” ha detto, così, letterale.
Ecco, in quattro ore l’unica frase che conteneva qualcosa di politico è stata questa.
L’avessi trovata su qualche giornale il giorno dopo.

Poi vi dirò de L’Aquila.
Devo riordinare le idee e capire prima di tutto se si respira più morte passeggiando nel centro storico o tra i vialetti delle C.A.S.E.
Il dubbio nasce dal fatto che il silenzio che ti circonda è identico in entrambi i siti.

1 agosto 2010

ho i numeri

Non ve l’hanno detto, ma nell’ultima settimana ne han fatte fuori altre due.
Non lo fanno per una questione personale, lo fanno perché serve che qualcuno si sacrifichi per mantenere costante la statistica dell’una donna ogni tre giorni viene uccisa da mano amica.
Non ve l’han detto perché così non venite colpiti dal morbo dell’emulazione e non fate fuori vostra moglie così, perché l’ha detto la tv.
O per il caldo.

Non ve l’han detto soprattutto perché i giornali non è che si possano occupare di queste sciocchezze proprio sempre sempre.
Cioè magari anche sì, ma dato che ogni tre giorni ne muore una ci si può permettere di lasciarne qualcuna indietro, tanto fra tre giorni ne muore un’altra.

E poi questa settimana era la settimana dei numeri importanti, ogni tanto bisogna occuparsi anche di quelli perché è il paese che ce lo chiede.
Questa settimana era la settimana dei tre morti in Afghanistan che non ci stavano nelle inquadrature e quindi ne hanno dovuti scegliere solo due.
Un lavoro duro ma qualcuno deve pur farlo e quindi purtroppo ci scusi la famiglia di quello che è morto suicidandosi, ma lui nelle inquadrature proprio non ci stava e han dovuto lasciarlo fuori.
Niente di personale signora, ma suo figlio aveva un nome troppo lungo per stare dentro le 1000 battute a disposizione dei morti di questa settimana e l’abbiamo dovuto sacrificare.
Dai su, Marco Ca-lle-ga-ro, non le sembra eccessivo?
Ugo.
L’avesse chiamato Ugo magari saremmo anche riusciti a farlo entrare tra gli altri due della settimana, ma così non si poteva proprio, ci spiace, non la prenda come una cosa personale se la morte di suo figlio è stata completamente eliminata dalle notizie a favore dei due colleghi morti quanto lui in Afghanistan quanto lui, ma a differenza di lui celebrati in diretta tv per una giornata intera con bandiere cerimonie e minuti e minuti di silenzio.
La prossima volta lo chiami Ugo o se proprio non ce la fa almeno lo educhi a essere un cazzo di uomo, invece di consegnare al fiero esercito pupazzi che non reggono manco qualche decina di morti al giorno per colpa di un’inquadratura sbagliata.

Ah era una festa di matrimonio quella?
Anche quella?
Nemmeno quella era una riunione di talebani?
Ma quanto cazzo si sposano in quella terra?
Vabbé dai, se si sposano così tanto sarà mica una cerimonia in più o una in meno il problema, tra tre giorni ce ne sarà un’altra, che sarà mai, mammamia che casino per qualche errore di mira e qualche decina di bambini dilaniati.
L’ha detto anche Obama che dentro quei documenti non c’è nulla di nuovo.
L’ha detto Karzai e lui l’ha confermato.
Ma infatti guardi, signora, non capisco proprio ‘sto casino.
Niente di nuovo, robe che tutti già sanno, dicono.
Ed è vero, robe che tutti sostengono da anni, lo sapevamo tutti da anni, lo diceva il terrorista Strada che nella classifica di quelli che lo volevano fuori dai coglioni i talebani erano parecchio indietro nelle posizioni, ma pure il pirla col kalashnikov e quelli che le mine italiane, dai signora non rompa i coglioni, Obama dice che non c’è niente di nuovo in quei documenti e se lo dice lui sarà vero.
No signora, che la novità siano proprio quei documenti e il loro confermare nero su bianco tutto quanto non è considerabile la variabile che invece nessuno sapeva.
E se lo è non è questo il momento delle sterili polemiche, oggi è il giorno del dolore e della celebrazione dei nostri ragazzi.
Escluso il suo.

L’ha detto anche Berlusconi immediatamente corso alla Farnesina per dire la sua.
No, non per dire la sua su suo figlio suicidatosi, ma per gli altri due e poi che palle queste continue manifestazioni di dolore alle quali viene costretto, lui che stava andando alla farnesina a parlare finalmente di novità.
L’ha sentito, signora?
Toltosi l’obbligo di dirsi addolorato, dico, l’ha sentito quante novità ci ha portato?
Finalmente ci ha detto che se non avesse salvato Alitalia sarebbe andata ai francesi che non l’avrebbero usata per portare i turisti nel nostro bel paese ma per portarli nei loro castelli in provenza, robe mai sentite signora, non c’era spazio per parlare di suo figlio suicidatosi con la divisa dell’esercito dei nostri ragazzi che hanno 40 anni ma chiamiamoli ragazzi quando c’è una telecamera ché così le mamme li sentono nostri e la patria onora i suoi figli prima che i suoi caduti.
Escluso il suo, che in quanto debole del cazzo era figlio solo suo e se lo tenga sulla credenza senza rompere troppo i coglioni.
Poteva mica, il presidentissimo, sottrarre spazio alle novità che è corso a raccontarci.
Sì d’accordo, mentre stavano chiudendo le bare lui tutto tronfio ci dava un’altra grande novità, il suo essere il padrone della squadra che più ha vinto nella storia del calcio e lui ha più titoli di Bernabeu ma all’altro hanno intestato uno stadio e a lui no, ma signora non rompa i coglioni, son cose che non ci aveva mai detto e che quindi vanno ricordate al paese, che ce lo chiede.
Fosse per lui avrebbe ricordato anche suo figlio, ma il paese gli ha chiesto di dirci qualcosa che non aveva mai detto e quindi ha dovuto scegliere tra suo figlio suicidatosi e l’alitalia che i francesi e i castelli e il milan ha vinto più titoli di tutti e lui ha il millemilapercento di tutti i gradimenti della storia e il governo sta benissimo, perché, chi dice che ha qualche problema di numeri, non ce l’ha, i numeri li hanno, più di tutti i numeri di più di tutti i presidenti dei governi di più di tutti i paesi e se non ce li ha c’è l’altro mentalmente stabile che arriva in soccorso con gli ottocent…no quello era l’anno scorso, con il milion….no quello era il mese scorso, con i venti milioni, ecco sì, questa settimana sono venti milioni pronti ad armare le carabine e le riforme, chi dice che non ci sono le riforme, questa settimana per esempio quattro oh, eh eh eh questo è il governo del fare ed è stabile non c’ha nessunissimo problema e fa riforme a colpi di quattro a settimana, mentre intorno quelli del non fare si sposano con donne che invece che lavorare per il paese decidono di morire a colpi di due ogni tre riforme.

Signora non c’era spazio sui giornali per suo figlio, se ne faccia una ragione.
Non è questione personale, è che c’era Marchionne osannato da Obama da raccontare agli italiani, quelli che ancora pensavano che non fosse il miglior industriale che orgoglio italiano vanti, perché ideologicamente insuflati dai giornali comunisti nostalgici della fabbrica dei diritti, contro il governo del fare, delle libertà, che non contento dello scempio del referendum e dell’eliminazione via contratto del finalmente spazzato via diritto allo sciopero hanno deciso di rispettare il loro essere dalla parte degli operai concedendo benefici fiscali agli operai che faranno i turni.
Non è contenta signora del governo del fare che sta dalla parte degli operai che infatti l’hanno votato in numero sempre maggiore all’interno delle fabbriche?
Hanno ricevuto in premio i benefici fiscali per chi cede ancora di più, gli hanno “abbassato le tasse” come diranno in tv appena la rai riaprirà in fretta e furia le trasmissioni senza le quali il cavaliere a settembre non ci arriva col necessario carico di numeri comunicati al paese.
Certo, così facendo si disintegra definitivamente quel lievissimo istinto a reagire che qualcuno stava ricominciando a sentire accendendersi perché se nelle ultime settimane Marchionne stava pericolosamente ritornando a essere il nemico di quella gente, ora il nemico è di nuovo tornato a essere il suo collega di tornio, quello che tu lotta, io mi faccio i doppi turni così pago meno di te di tasse.
La diseguaglianza che diventa fiscale, paga meno tasse chi consegna anche l’ultima ora che gli restava della giornata da passare con suo figlio, il corpo operaio tagliato in due attraverso il regalo ai più sottomessi, signora suo figlio stia sulla credenza insieme alle due donne uccise questa settimana dall’ennesimo ex, il paese chiede di sapere quante coppe ha vinto il milan perché le ultime quattrocento volte che l’aveva sentito in tv si era scordato di appuntarsi la cifra così come non ricordava bene cosa avrebbe fatto la francia dell’alitalia se l’avesse presa lei e ora finalmente si ricorda che ci avrebbe portato la Brambilla in costa azzurra in vacanza che invece c’è dovuta andare mica con alitalia, oh, grazie al governo del fare, del fare gli spot per dire a tutti di fare le vacanze in itaia fatto da lei con la voce di lui prima di salire con i soldi di lui su un aereo di loro per andare da loro in vacanza a vedere i castelli ma non con alitalia con alitalia in italia andateci voi, ve lo dice lui, quello dei numeri e del governo che ha i numeri tenuto per le palle da quello che da i numeri.

Signora, si consoli, suo figlio non era una donna, così ha potuto morire una volta sola e sparandosi da solo, invece che due volte alla settimana con un coltello da cucina nella pancia.
Vista così non è un sacco più bella?
Dice di no, signora?
Perché è insuflata dalla stampa comunista che mai come oggi racconta una realtà che nei nostri sondaggi è completamente diversa, ce lo dicono loro e noi lo diciamo al paese che ce lo chiede.

Io allora me ne vado in vacanza con la fidanza, andiamo in italia perché è il presidente che ce l’ha chiesto.
Staremo via più o meno 5 donne uccise e verso i trentamilioni di padani pronti a imbracciare i fucili torneremo a casa a dare il via all’ultima fase del nostro progetto.
Che poi, io parlo al plurale ma vai a sapere.
Ché ad agosto fa caldo e lei è donna.
Se partiamo in due e torno da solo, dovessero arrivare le telecamere a chiedervi se ero o meno un così bravo ragazzo, voi rispondete come sempre che sì, lo ero, è il caldo che quest’anno è stato davvero insopportabile.