16 dicembre 2014

Paese che vai

Fermo restando il rispetto per l'uomo, che non è in discussione, qui è del giornalista che si parla e allora diamogli due contorni con un caso pratico:

Giulietto Chiesa è giornalista che con regolare ciclicità rilancia la sua storiella preferita dopo quella sul 11/9 e cioè quella secondo la quale il governo USA tramite l'FBI addestrerebbe/pagherebbe musulmani per compiere attentati all'interno degli Stati Uniti, le volte che non li fa compiere direttamente ai suoi stessi agenti.
Qui uno degli ennecento esempi: link
Non gli sembrò vero di poterla rilanciare quando RaiNews decise di cadere anche lei nel gioco delle sintesi acchiappa click, sulla quale lui poggiò un "Ve l'avevo detto io" condito da ironia e soddisfazione così eccitati, che finì con l'infilarci dentro tutto il carnet, bilderberg compreso: link

Il fatto è che l'inchiesta di Human Right Watch non sostiene affatto la tesi di un sistema per compiere attentati pagando consapevoli e concordi attentatori, ma quella di un sistema per fabbricare inconsapevoli raggirati colpevoli da fermare prima che ne compiano, costruendo loro intorno un contesto di strumenti obiettivi e pianificazioni reali da utilizzare come prove concrete al momento dell'arresto, che non è certo cosa della quale andar fieri dato che, in soldoni, di fatto è una macchina costruita per mandare in galera gente in numero direttamente proporzionale al bisogno di ostentare efficenza nel controllo del terrorismo, ma in ogni caso è decisamente diverso dal sostenere (di avere le prove) che l'FBI paghi musulmani per compiere attentati e che in un numero minore di casi li faccia compiere direttamente da suoi agenti infiltrati, come la lettura di Chiesa vuole venga inteso.
Ora che il suo lettore di riferimento non legga le fonti, tantomeno quando sono muri in inglese come l'inchiesta di HRW, è cosa certa al punto che lui può riportare quello che gli pare (senza però linkarla diretta) certo che la versione che prenderanno per buona sarà quella che lui dice vera, sono i suoi fan, ok, li conosciamo.
Ma che uno che ha vissuto all'estero gli anni che ha vissuto lui non parli inglese il minimo che serve per saper leggere cosa dica davvero quell'inchiesta è scenario talmente improbabile da lasciare praterie all'unica possibilità alternativa e cioè che lui lo abbia letto benissimo quel lavoro, ma che gli abbia fatto comodo distorcerne il senso vero fino a ribaltarlo, solo per supportare la sua tesi con una fonte ritenuta autorevole come HRW ingannando i suoi lettori per far credere loro che nel suo libro, del quale naturalmente fornisce il titolo, tutto quello che HRW ha "confermato" stava già scritto.

Quando un giornalista opera consapevolmente questa distorsione della realtà per trasferirla volontariamente mistificata a chi si fida del suo inglese e della sua autorevolezza professionale, smette di essere un giornalista; quando in più lo fa per dirottare indignazione e giudizi di responsabilità in stragi terroristiche non su un soggetto ma su una nazione intera, ci sta che quando va in gita in alcuni paesi non sia in cima alla lista dei graditi e non serve scomodare il pericolo democrazia globale per spiegare perché uno così venga accompagnato alla porta quando si presenta.

Qui l'inchiesta originale: link

3 commenti:

  1. Cose che capitano, quando si pretende di professare quant'è bello il comunismo a chi già lo conosce fin troppo bene, avendone fatta esperienza sulla propria pelle e portandone ancora i segni.

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    1. Beh ma adesso si sono liberati di lui.
      Dopo un'inaudita mezz'ora di cella è stato rimandato in hotel a pernottare e il giorno dopo è partito per Mosca, da dove appena sceso dal treno ha subito voluto precisare la sua idea dell'Estonia: "Fascisti".
      Strano che lo considerino "Persona non gradita nel Paese", in effetti.

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  2. Anonimo09:52

    W il Re!
    Avanti Savoia!

    (no, vabè, giusto per gettare un po' di fumo negli occhi, seminar zizzania e poi scappar via)

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