4 luglio 2015

Non desiderare

No, non ho abbandonato l'idea, è che ogni volta che apro il form per scrivere temo di veder comparire Salvini che mi dice che dovrei essere più gentista e allora per non rischiare desisto.
Ma no, non ho abbandonato l'idea, è che ogni volta che apro il form per scrivere vorrei scrivere di autoumiliazione, di riduzione di sé, di versioni patetiche al confine con l'automortificazione percepita come rinascita ma ho così poca voglia persino dei pensieri in reazione che genererei, che desisto e semplicemente osservo l'inconsapevole precipitare del sé al quale mai avrei pensato di assistere.
Vorrei scrivere di te, ecco questo lo vorrei, ma poi dovrei parlarti come ti avessi davanti a spiegarti che c'è un confine sottile che ogni giorno abbiamo paura di oltrepassare oltre il quale c'è quello che sai, piccoli lampi di futuro intravisto, errori rimediati, libri che parlano di noi nei sottotesti che si fanno alibi, disallineamento di tempi e gli errori necessari che io ho già commesso e tu hai in inevitabile elenco, quel dirti certa che ti tratterei da regina ed è vero ma allora perché, è un continuo nel frattempo, nell'attesa, sigarette e lavoro, lavoro e sigarèt en coffi niente più, è tutto quel che resta sopra il tavolo di un bar i video sono spenti e tu, tu qualunque letto avrai non dormirai, tu vuoi qualcuno da far piangere e perché non vieni con me a Londra, riscriviamo Yesterday e facciamo piangere la gente dall'emozione, nessuno ti potrà inseguire se non per un autografo e un chiederti come hai fatto, quando è stato l'istante, se è davvero così pieno di tutto come lo raccontano, se è vero che tutto ciò che serve sta in due mani che trattengono acqua e quella che filtra disseta gardenie di velluto bianco.
Ho quarantatré anni, quarantatre consapevolezze e tutto quel che serve per chiudere i cerchi e farne anelli con diamante che prende la luce e la scompone in sette colori uno per desiderio e una pentola d'oro alla fine, la fine di quelle scelte fatte perché così si fa, perché tanto hanno fatto che alla fine ti hanno convinta che è giusto, che ci sono caselline e voci da spuntare, per ciascuna un momento, un'età, un perché che non ci credi nemmeno tu ma è così dannatamente rasserenante per tutti quelli che non ti chiedono più come stai e finalmente non lo devi più inventare se non in quel Se mi occupassi io di te che grida il suo non poter essere più di un condizionale che a me arriva caldo come la certezza del compiersi.
Nei miei pensieri sei nuda, quando ti guardo sei nuda e l'unico corpo che ti vedo accanto diverso dal mio è quella figlia che dici avere la forma del perché non sei qui.
No e Non posso si accompagnano ma non sono la stessa risposta, la seconda è un Sì ma con il prezzo carissimo di un tocco lieve che è stato creato per emozionarti e invece si consegna al nulla e si dissolve.


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